Ogni
giorno scendiamo a patti con noi stessi, rifiutandoci di prendere una
posizione: a volte è la necessità a chiedercelo, a volte il quieto
vivere – in fondo non possiamo avere sempre l'ultima parola, non
possiamo essere gli unici decisori per noi e per gli altri. Il
compromesso può essere necessario così come eccessivo.
A
volte, può capitare che il compromesso del lavoro diventi anche il
compromesso della vita sentimentale, così come il compromesso del
divertimento e dello svago, il compromesso dell'amicizia, il
compromesso della stanchezza, finché tutta la nostra vita diventa un
compromesso e a quel punto ti rendi conto che non puoi più fare un
passo senza dar conto di quel compromesso.
C'è
chi lo sopporta.
C'è
chi riesce a bilanciarlo e trovare il modo di districarsene.
C'è
chi vi sprofonda finché anche respirare diventa un peso
insopportabile.
Il
compromesso diventa una maschera. Poi se ne aggiunge un'altra, e
un'altra ancora, poi altre due, tre, quattro, finché vi sono così
tante maschere da non trovare più se stessi dietro tutti quegli
strati di menzogne.
La mia graphic novel "Oltre la maschera" è su Amazon!